STRATEGIE DI COPING    COME FRONTEGGIAMO LO STRESS

08.11.2022

articolo a cura della dott.ssa Federica Tittarelli, psicologa

"Sono molto stressato ultimamente, non riesco a rilassarmi, ci provo, ma non ci riesco."

"A volte sento il cuore che vorrebbe scoppiare e ultimamente dormo anche male, faccio fatica ad addormentarmi e la mattina mi sveglio presto, anche se ho sonno, non riesco a riaddormentarmi". "sinceramente tratto male chiunque mi è intorno, eppure voglio loro bene, mi dicono che non sono più io...sto diventando un mostro, non capisco cosa mi succede"

L'esposizione prolungata allo stress può indurre emozioni dolorose come ansia e depressione, e portare a malattie fisiche (infarto, ictus, complicanze cardiocircolatorie...).

Le reazioni individuali allo stress differiscono significativamente da persona a persona;

di fronte allo stesso evento stressante ad esempio, alcune possono sviluppare seri problemi psicologici e fisici, mentre altre non sviluppano alcun problema.

La psicologia della salute, chiamata talvolta medicina comportamentale, studia come le situazioni stressanti influenzano la salute fisica e psicologica, e come le persone differiscono nel modo di reagire allo stress.

Lo stress può essere definito come uno stato psicofisico normale reattivo che si presenta quando le persone devono fronteggiare situazioni che possono minacciare il loro benessere. Queste situazioni vengono chiamate stressor o agenti stressanti, e le reazioni ad esse vengono chiamate risposte da stress. Qualsiasi evento può essere percepito stressante, soprattutto se richiede cambiamenti o adattamenti nella vita. Ma allora perché alcuni eventi per alcuni sono banali e per altri sono stravolgimenti pesanti della loro vita? Una spiegazione ci viene dalla teoria di Lazarus e Folkman che propongono una teoria cognitivo-transazionale dello stress. Secondo gli autori lo stress è una condizione che deriva dalle continue transizioni fra variabili ambientali e individuali, mediate da variabili cognitive. Ciò significa che un evento viene considerato stressante sulla base di come viene interpretato e valutato dalla persona. La persona quindi compie una valutazione cognitiva della situazione che gli procura stress, quindi la giudica, decide se la situazione è stressante, in un primo momento (valutazione primaria) e poi determina se è in grado di gestirla (valutazione secondaria). Tuttavia, succede una cosa in più.

La valutazione è mediata anche dalle caratteristiche oggettive dello stressor, cioè quanto impatta emotivamente sulla persona, per quanto tempo dura, quanto lo sente vicino ad altri eventi altrettanto stressanti da sommarsi, minacciando ulteriormente l'equilibrio psicofisico che si sta tentando di mantenere.

Di fronte a questi eventi le persone adottano una varietà di comportamenti per fronteggiarli, definite strategie di coping. Tali strategie possono essere positive, quindi funzionali per fronteggiare la situazione. Ecco alcuni esempi:

- cercare e percepire supporto emotivo altrui: "parlo con qualcuno per saperne di più".

- focalizzarsi su strategie di problem solving per uscirne: "faccio un piano d'azione e lo seguo valutando rischi e benefici".

- accettazione della responsabilità di essere autori delle proprie scelte e non in balia del fato o destino, denotando una forte percezione di autocontrollo: "sono autocritico verso me stesso"," la mia situazione dipende dalle mie scelte".

- rivalutare positivamente l'evento, corrisponde al classico "cercare il lato positivo", "cerco di cambiare o di crescere come persona nella direzione giusta".

L'abilità di usare queste strategie funzionali dipende dalla varietà di esperienze accumulate nell' aver già fronteggiato esperienze passate analoghe, piuttosto che ad una predisposizione innata caratteriale. Le strategie di coping disfunzionali invece messe in pratica per alleviare l'ansia, non fanno che complicare la situazione. Esempi:

- cercare sostegno e supporto si fa uso di alcol anziché rivolgersi ad un amico o ad un professionista della salute mentale.

- L' evitamento: "passo oltre come se non fosse successo niente".

- fuga dalla realtà: "spero che accada un miracolo".

Il bagaglio di strategie consone e funzionali fa parte di quello che viene chiamata resilienza cioè la capacità di adattamento anche in condizioni di vita particolarmente sfavorevoli. La cosa importante da sapere è che le strategie di coping non sono immutabili o innate, ma possono essere cambiate, possono essere apprese attraverso training specifici, possono essere adottate facendo uno sforzo concreto attraverso l'esperienza. Più le utilizziamo facendole nostre, più facciamo esperienza di poter riuscire a superare certi eventi, più questo alimenta il nostro senso di efficacia e quindi di autostima.

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